Famiglia XXL Racconti di vita

baby loss 15 ottobre 2019

“c’eri e ci sarai sempre”

A Isaia-Marie

oggi è una giornata particolare è la Giornata internazionale del lutto perinatale.

Che cos’è il lutto perinatale?

È quando un bambino prima di venire alla luce in realtà muore e credo che sia la sensazione più disarmante che due genitori possano provare.

Proprio in questa giornata vi voglio raccontare al storia di Isaia-Marie, la storia di un figlio atteso voluto desiderato che c’era e ci sarà sempre nonostante la sua culla sia rimasta vuota così come la mia pancia ma non il mio cuore.

Questa è la storia di una mamma ed un babbo che hanno desiderato, atteso, voluto, quel figlio come tutti gli altri. Questa è la storia di una mamma di un babbo come ce ne sono tanti altri che ricorderanno per sempre la data della non nascita del loro figlio.

Questo in realtà è anche la mia storia.

Isaia Maria questo il nome, il nome del figlio che è volato in cielo (con Gesù) prima di potersi fare abbracciare; ma io so che gli abbracci li ha sentiti comunque, che l’amore mio e di suo padre e dei suoi fratelli lo ha sentito forte e chiaro e per questo grido a gran voce che lui è un figlio come tutti gli altri, un fratello che ha il dovere di essere ricordato perché amato.

Certo i ricordi fanno male e quel giorno non lo dimenticheremo mai né io e né Lorenzo.

Era il 27 ed eravamo al terzo mese abbondante di gravidanza, tutto scorreva come doveva scorrere con le nausee, la fatica, l’insonnia ma quella sera era stato diverso. Non avevo chiuso occhio tutta la notte e la cosa non mi piaceva per niente sentivo dei forti i dolori e così la mattina sono andata al Pronto soccorso dal mio medico da sola e per tutto il viaggio ho pregato il Signore che andasse tutto bene.

Mi sono seduta sul lettino Il mio dottore mi ha stretto la mano mettendo la sonda sulla pancia e mi ha sussurrato con delicatezza, per cui non finirò mai di ringraziarlo :-” Vero mi dispiace ma il suo cuoricino non ce l’ha fatta non c’è più battito.:-“

Il silenzio è piombato in quel piccolo ambulatorio, ho chiesto se potevo perlomeno andare a casa e tornare con Lorenzo e così è stato. Sono tornata a casa stringendomi La pancia forte e sono tornata all’ospedale con Lorenzo che appena sono entrata in casa non ha avuto bisogno di sentirsi dire niente perché i miei occhi parlavano…mi ha abbracciato più forte che poteva, dicendomi che eravamo stati fortunati ad essere stati i genitori di quel figlio anche se solo per tre mesi.

Ricordo tutto tantissimo, ogni singolo istante che ho percorso in quell’ospedale, in quel giorno mi ricordo la brutalità del medico di turno che sosteneva che non importava disperarsi così tanto, che ne avevo già altri a casa di figli che c’era chi non ne poteva avere.

Ma io avevo tutto il diritto di soffrire, di piangere, di stare male, perché quello era mio figlio esattamente come lo erano gli altri che aspettavano la loro madre a casa.

Isaia Marie sono sicura che sarebbe stata un fratello stupendo un figlio stupendo avrebbe avuto dei genitori stupendi.

Isaia Marie ha contribuito a renderci dei genitori speciali, dei genitori fatti apposta per lui, in quei tre mesi ci ha fatto capire che l’amore per un figlio non finisce mai, neanche se quella culla rimanevo vuota, neanche se non ci saranno abbracci e se non ci saranno compleanni l’amore per un figlio rimane.

Siamo tanti, sono troppi forse i genitori che non riescono abbracciare i propri figli e sono tanti quei figli che purtroppo non riescono ad abbracciare i loro genitori ed è difficile elaborare il lutto, è difficile mettere un punto e ripartire da capo, però lo dobbiamo Hai figli che ci sono Ecco i figli che ci sono stati per poco lo dobbiamo a noi stessi perché comunque siamo genitori.

Non è stato facile tornare a casa svuotata, tremante impaurita, non è stato facile la notte prendere sonno abbracciata a Lorenzo che non mi ha mai mollata un attimo, che ha messo da parte il suo dolore e la sua sofferenza per aiutarmi ad uscire dalla mia sofferenza. Insieme a lui ho pianto, ho sognato, ho ricordato che mi sono arrabbiata perché non era giusto quello che c’era successo però c’era successo e non potevamo fare diversamente.

Insieme abbiamo superato anche questo dolore e adesso abbiamo 6 splendidi figli che possiamo abbracciare ma sicuramente anzi dico Isaia Maria lo abbracciamo ogni giorno nel nostro cuore ogni giorno sorridendo e pensando a lui sono sicura che così Fanno tutti gli altri genitori che magari vedendo la stella più luminosa in cielo pensano col figlio mai nato.

Stasera alle 19 accendiamo la luce, una candela per ricordare questi figli un gesto simbolico Ma che può fare la differenza, perché possono essere poche settimane 4 mesi 6 mesi ma sono sempre i nostri figli ed è giusto che una mamma ed un babbo divano il loro dolore lo elaborino ripartono.

È giusto in questo giorno così speciale Non aver paura di parlare di tirare fuori il proprio dolore perché solo così riusciremo ad elaborarlo perché non ci sono colpe non ci sono motivi e così c’è chi trova giustificazione nella fede chi non li trova e va avanti questi sono elaborazioni personali che ognuno fa nel proprio intimo.

Oggi voglio ricordare Isaia Marie e tanti altri figli che ci hanno fatto la gioia di esserci stati anche se per poco ma di essere stati nostri per quel periodo e di rimanere sempre nei nostri cuori a vita.

Ciao Isaia marie- la tua mamma e tuo papà

Veronica

Mamma di sei pesti che prende la vita come una splendida avventura.

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1 commento

  1. Federica dice:

    Come affrontare la tragedia e aiutare gli altri ad affrontarla

    L’editore di Monaco ha pubblicato il libro intitolato “Ogni terza donna”. La scrittrice, ha dedicato il libro a tutti i bambini stellati e ai loro genitori.
    I bambini stellati in Germania vengono chiamati mai nati, quelli che sono morti durante il parto o quelli che sono deceduti poco dopo la loro nascita. Nel suo libro, la scrittrice dà voce alle donne che hanno perso i loro figli non ancora nati, ma non hanno rinunciato a una gravidanza con lieto fine, e anche al uomo che è sopravvissuto al dolore della interruzione della gravidanza della sua dolce meta. Queste storie dimostrano: coloro che hanno vissuto un trauma psicologico così grave dovrebbero assolutamente lavorarci su e non essere lasciati nella solitudine con il problema.
    La stessa scrittrice ha affrontato un problema simile ai suoi tempi. – “Mi dispiace signora, ma non sento più il battito cardiaco del feto”, la stessa è rimasta senza parole dopo le fatidiche parole del medico durante uno dei suoi controlli di routine. Come ammette l’autrice del libro, non aveva mai vissuto un tale shock.
    Gli specialisti della clinica di medicina riproduttiva del prof. Feskov hanno a che fare con storie simili ogni giorno e sanno quanto sia importante il sostegno per le famiglie che lo attraversano. Sono sempre pronti ad offrire soluzioni per coloro che sognano di diventare genitori.

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